Miriam e la Comunità Giovani

A 22 anni il Battesimo e l'esperienza della Comunità Giovani: "Qui in comunità è incredibile come un numero bello grosso di persone riesca a non creare divisioni e a farti sentire accolto”

Miriam Graziosi, studentessa di legge in Bicocca, esperienze di volontariato. Un quadro che, per molti suoi coetanei, si potrebbe definire già più che completo, ma che per lei necessitava ancora di un tassello fondamentale: per questo, circa due anni fa, la scelta di cercare, su internet, i contatti della parrocchia – “Ci passavo davanti andando a scuola” – e la telefonata a don Natale per parlargli della scelta di voler ricevere il battesimo. “Quando lo racconto molti mi chiedono se ho avuto un’illuminazione, una conversione come quella dell’Innominato dei Promessi Sposi, ma non è così. Anche se i miei genitori non mi hanno battezzata non provengo da una realtà completamente estranea alla fede, ho sempre fatto religione a scuola e anche se non posso dire di aver sempre creduto, raggiunta una certa maturità mi sono resa conto che credevo, e mi sembrava sciocco credere e non battezzarsi”, anche se “nessuno dei miei amici è praticante”, chiarisce Miriam, “nessuno di quelli extra-oratorio, naturalmente” – si corregge subito. Perché, in quella telefonata, don Natale – oltre a presentarle il percorso di catecumenato – le ha anche proposto di entrare a far parte della Comunità Giovani, che raccoglie giovani dai 19 ai 25 anni, “perché non è che quando ti battezzi è finita lì, se no cosa ti sei battezzata a fare?”.

La comunità, mi racconta Miriam, raccoglie complessivamente oltre 50 giovani, si trova ogni lunedì e ha come riferimento don Alessandro. Lo spirito è quello di camminare insieme nella fede e seguire, in parallelo, più di un percorso di catechesi, con l’idea di avere un appuntamento mensile per ciascuno dei filoni. Il primo è B2, be two, “che definirei una versione più divertente e interattiva – e aperta anche ai single – del corso fidanzati. Insomma, una preparazione alla vita di coppia” mi dice Miriam, “ed è senza dubbio il più frequentato”. Poi ci sono gli incontri Pearl Jam, “nei quali don Alessandro sceglie un passo delle Sacre Scritture o un argomento e ci costruisce un ragionamento che riguarda anche la vita di tutti i giorni”. Nel terzo percorso, Gesù Ebreo nei Vangeli, Muriel Pusterla – laureata in scienze religiose – accompagna i partecipanti alle radici della Parola. Il quarto filone di incontri (quest’anno dedicato ai cambiamenti della società) è direttamente organizzato dalla segreteria, ovvero da un gruppo di giovani della comunità – quest’anno sono sette, tra cui la stessa Miriam – che si prendono l’impegno di seguire più attivamente le attività, organizzare mese per mese gli incontri, seguire insomma in prima persona la vita del gruppo e, con l’arrivo della bella stagione, anche l’organizzazione di una vacanza estiva. “Un’esperienza volta a creare maggior comunione nella comunità giovani, favorire la conoscenza. Deve avere un valore dal punto di vista della fede, naturalmente, e non essere semplicemente la vacanza di un gruppo di amici” – mi spiega - “Quest’anno si pensava ad una settimana di servizio e preghiera a Taizè”. Dai racconti di Miriam traspare l’entusiasmo di chi sta vivendo un periodo speciale: il passo importante del Battesimo e insieme la bellezza di sentirsi parte di una comunità. “All’inizio ero restia ad essere catapultata in un gruppo già formato, con persone che si conoscono da anni. Tutti ricordiamo come ci si sente a scuola, in classe, spesso divisi in gruppetti, con gente che si parla alle spalle. Qui in comunità è incredibile come un numero bello grosso di persone riesca a non creare divisioni e a farti sentire accolto”. 

Marco Lombardo


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