Si rinnovano i Consigli Parrocchiali

Vita della Chiesa Milanese

Domenica 20 ottobre 2019 saremo chiamati a rinnovare i membri dei Consigli Pastorali e degli Affari Economici delle nostre Comunità Parrocchiali. Sono passati quattro anni. Alcuni di noi saranno invitati a offrire generosamente la loro disponibilità a partecipare. Ripresento sinteticamente l’invito che il nostro Vescovo fa alla Chiesa ambrosiana.
Il Consiglio Pastorale «ha un duplice fondamentale significato: da una parte, rappresenta l’immagine della fraternità e della comunione dell’intera comunità di cui è espressione in tutte le sue componenti, dall’altra, costituisce lo strumento della decisione comune pastorale».
Il Consiglio per gli Affari economici «è moralmente responsabile con il parroco davanti alla comunità parrocchiale del corretto e puntuale assolvimento di tutti gli adempimenti e delle obbligazioni che, per diritto canonico o norma civile, sono poste a capo della Parrocchia».
Rinnoveremo questi Consigli per gli anni 2019-2023 e lo faremo non con la rassegnazione di una Chiesa in decadenza, ma animati dalla gioia di percorrere una nuova tappa evangelizzatrice nella vita della nostra Diocesi. Camminiamo insieme custodendo il dono della comunione e la coscienza della corresponsabilità.


1. Come camminare?
L’occasione del rinnovo ci può rimettere in gioco come Parrocchia, guardando decisamente al domani, secondo quattro tratti fondamentali.
La coltivazione della vita spirituale che rende leggeri, lieti, contenti: commuove e trafigge il cuore (cfr. At 2,37).
La condivisione di responsabilità ci permette di affrontare i problemi non come singoli ma come comunità, di risolverne molti e di convivere con quelli che non si possono risolvere. Se abbiamo ricevuto talenti non possiamo restare inoperosi e pensare solo a noi stessi.
Immaginare la Chiesa di domani e non rimanere su ciò che si è sempre fatto, impegna a percorsi nuovi di sobrietà, a forme pratiche di solidarietà, a una sensibilità cattolica che non tollera discriminazioni.
Le nostre liturgie, i nostri canti, il nostro modo di pregare: ogni celebrazione accoglie il dono della comunione che ci unisce rivelando nell’unità la ricchezza della pluriformità.


2.Ma è davvero possibile consigliare nella Chiesa?
Quanta gioia, quanta formazione ecclesiale nella partecipazione ai Consigli! Ma anche quante frustrazioni, esitazioni, paure bloccano l’assunzione di responsabilità nelle nostre Comunità!
Molti potrebbero essere i motivi di turbamento e di sfiducia che rendono rassegnati i cristiani; e lungo ci appare il cammino per un rinnovamento evangelico della Chiesa e delle nostre Comunità. Dobbiamo, quindi, accettare, con pazienza, di «lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione di risultati immediati», come per chi si impegna in politica.
Molti cristiani, poi, – forse anche alcuni, che già hanno fatto parte dei Consigli da rinnovare – sono scoraggiati dalle incomprensioni o dall’impressione di un nulla di fatto, che si sperimentano nelle nostre assemblee.
Altri battezzati, ancora, potranno dire che non si sentono all’altezza di essere eletti e di assumersi una responsabilità nei Consigli.
Troviamo l’occasione per parlarne con i consiglieri uscenti per fare una semplice verifica informandoci su quali argomenti sono stati trattati e se la discussione ha portato a decisioni importanti. Forse scopriremo che si è cresciuti in questi quattro anni.


3.Perché proprio io? Come posso partecipare?
Forse, nelle nostre Comunità ci si sente spesso “controparte” e “voce fuori dal coro”, invece di sentirci tutti dediti con passione e generosità alla vita e alla crescita della Parrocchia. È ancora Papa Francesco, in Evangelii Gaudium, a ricordarci quattro punti di stile con cui consigliare. “Il tempo è superiore allo spazio”; “l’unità prevale sul conflitto”; “la realtà è più importante dell’idea”; “il tutto è superiore alla parte”. Questo stile orientato al bene comune e alla pace rasserena e incoraggia.
In questo cammino di evangelizzazione, infine, nessuna Comunità è sola. Ogni Comunità, infatti, sa di essere inserita dentro un cammino diocesano e di Chiesa universale, che ci impedisce di cadere nella lamentela e nel campanilismo. Questo «sentirci parte» della Chiesa ci fa acquistare respiro e ampiezza di orizzonti, recuperando anche speranza e prospettive.


4.Che cosa è affidato ai Consigli Pastorali?
Ai Consigli Pastorali è affidata la cura che la comunità dei discepoli del Signore, cioè la Parrocchia, viva del rapporto con il Signore. Che sia una comunità che nasce dall’Eucaristia, che ascolta la Parola e che vive un clima di preghiera fedele e fiduciosa, nella persuasione che senza il Signore non possiamo fare nulla.
Inoltre, è affidata la cura che la comunità dei discepoli del Signore sia il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita è una grazia, una vocazione, una missione. In particolare che l’Oratorio e la pastorale giovanile siano scuola di preghiera e percorso vocazionale accompagnati con sapienza e autorevolezza da adulti che si pensano come Comunità educante.
Infine, è affidata la cura che la comunità dei discepoli del Signore sia presente, nel contesto in cui vive, come il sale della terra, la luce del mondo, il lievito che fa fermentare tutta la pasta.


Don Natale

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