Cristina e il doposcuola

50 volontari e 66 bambini tra elementari e medie: un sostegno continuativo nel percorso di studi

«Cosa siamo al mondo a fare se non aiutiamo gli altri? Ho sempre sostenuto che non siamo al mondo solo per noi stessi». Questo il motto di Cristina Scaccabarozzi, parrocchiana da sempre e da circa 8 anni volontaria nel servizio di doposcuola del Redentore. Il contatto arriva dalla professoressa di matematica dei suoi figli, Gloria Ottaviano, che la incoraggia ad intraprendere questo percorso: «Mi ha dato il coraggio di decidere che ce la potevo fare. Ho una buona competenza per le lingue - tedesco, francese, inglese - e poi ho sempre seguito tantissimo i miei figli nei compiti, era una mia passione» Il servizio di doposcuola è attualmente offerto a 66 giovanissimi studenti, tra elementari e medie, che vengono aiutati nello studio e nei compiti. 


«C’è una lista d’attesa piuttosto lunga, purtroppo non riusciamo a soddisfare tutte le richieste» - spiega Cristina - «e per questo nella scelta dei bambini da accogliere ci si mette in ascolto delle famiglie e molto spesso anche delle indicazioni dei docenti delle scuole del territorio, in modo da individuare chi ha più bisogno di essere seguito». Il doposcuola è ogni pomeriggio. Si parte dalle 15 alle 16.30 con i ragazzi delle medie e poi dalle 16.45 alle 18 arrivano i bambini delle elementari. I volontari sono circa 50: ci sono molti insegnanti in pensione, alcuni ancora in servizio, e non mancano i giovani, provenienti dai gruppi dell’oratorio e anche dalle scuole circostanti, c’è stata anche un’esperienza di alternanza scuola-lavoro con il liceo Carducci. «Tra noi c’è molta collaborazione: ognuno ha le proprie competenze e quando serve ci si chiede aiuto a vicenda. Si cerca di creare il più possibile un rapporto “uno a uno”: è sempre lo stesso volontario a seguire il ragazzo e questo ci aiuta instaurare una relazione», prosegue Cristina. «Talvolta riusciamo a cogliere se c’è qualche disagio a scuola o qualcosa che non va anche se non viene esplicitato. Lo percepiamo, lo capiamo e cerchiamo di sostenerli a 360 gradi anche confrontandoci con i genitori». 


Il gruppo è numeroso ma ci sarebbe sempre bisogno di nuove energie: «nuovi volontari sono fondamentali, ci permetterebbero di ridurre e magari azzerare le liste d’attesa. Non bisogna spaventarsi per l’impegno, che si può calibrare sulle disponibilità di ciascuno: c’è chi partecipa tutti i giorni e chi una volta o due la settimana. Se la preoccupazione è di “non sapere qualcosa” bisogna ricordarsi che non si è soli: ci sono gli altri volontari e la coordinatrice Monia Mazzotta che ha dato un’impostazione bellissima. Ci sono tanti bambini che hanno bisogno. Aiutare un bambino nello studio vuol dire aiutare tutta la sua classe e in prospettiva anche la società futura».

× Attenzione! Testo dell'errore