Si salvi chi può: alcuni possono

L’umanità sta passando dall’incertezza allo smarrimento. Il processo di informazione globale è così fulmineo che, tanto per fare un esempio, basta una notizia non controllata per bloccare a livello globale il piano di vaccinazione. La ricezione di queste notizie è regolata dalla emotività, la direzione del sistema informativo sfugge ai più. Risultato: tutti smarriti. Si salvi chi può, verrebbe da dire. Alcuni possono. Vediamo qualche esempio.

San Giuseppe. Abbiamo appena festeggiato questo personaggio tutto d’un pezzo che ci consegna il segreto della sua stabilità: si muove in conseguenza di una parola che riceve in sogno e non della sua emotività. Prendi Maria e il figlio e va’ in Egitto: egli va. In questo assomiglia ai grandi eroi della fede narrati dalla lettera agli Ebrei: Abramo che partì senza sapere dove andava, Mosè che rimase saldo come se vedesse l’invisibile. Tutti mossero i loro passi per fede, ritenendola fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. La fede ci dà stabilità facendoci intravedere un cammino luminoso. Nella fede non c’è smarrimento.

Lazzaro. Si celebra la domenica di Lazzaro. L’amico di Gesù ha sperimentato la condizione che porta la mente umana al massimo smarrimento: la morte, dove tutto si interrompe, tutto svanisce. La vita che viene meno è raggiunta dalla amicizia di Gesù che salva Lazzaro e gli chiede di essere segno per la certezza assoluta, la risurrezione a Pasqua del Figlio di Dio, prova e fondamento di ciò che speriamo: la nostra risurrezione. La fede salva la vita.

CoorDown. Il 21-3 si celebra la Giornata mondiale sulla sindrome di Down, trisomia 21 da qui il simbolo numerico del giorno. Persino Sting ha realizzato un video per la campagna di questa Onlus che cooordina 54 associazioni in Italia. La campagna ha raccolto la sfida della pandemia e affronta il problema del lavoro delle persone disabili in un tempo in cui il lavoro è il luogo dell’incertezza più assoluta per chiunque, figuriamoci per chi è disabile. Il messaggio afferma che l’inclusione lavorativa non solo è un diritto ma porta benefici a tutta la società. Possiamo dire che questi sono segni di speranza che confortano la fede.

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