PROPOSTA PASTORALE DEL VESCOVO PER L’ANNO 2021 - 2022

La sintesi del messaggio che il nostro Vescovo ha indirizzato lo scorso 8 settembre a tutti noi – “Unita, Libera, Lieta. La grazia e la responsabilità dell’essere Chiesa” - , potrebbe stare in due parole: “… NON TEMERE”. Nello scritto, per ben 26 volte il Vescovo Mario ripete questa espressione, che ritorna sovente nelle pagine della sacra Scrittura: Maria (Lc. 1, 30), i pastori (Lc. 2, 10), noi piccolo gregge (Lc. 12, 32) ed altro
ancora. Anche papa Woytila aveva iniziato il suo servizio di “Pastore della Chiesa universale” proprio con queste parole: “… Non temete”! Questo appello scaturisce in modo particolare dal contesto in cui viviamo, quello di un’inedita tribolazione: la “pandemia” (p. 5), che “non può essere solo una circostanza spiacevole e drammatica da subire, ma occasione per imparare a vivere, a pregare, a pensare, a sperare, a prendersi cura” (p. 7). Tempo di prova e di grazia: questo sembra essere il clima, il tono della “Proposta Pastorale” del nostro Vescovo, che - in questa situazione - ci chiama ad essere “Chiesa unita, libera e lieta”, che vive lo stile della reciprocità [“forma matura dell’amore, la vocazione di ogni uomo e ci ogni donna” (p. 24)]” e della sinodalità (sun-insieme; odos-strada), ovvero del camminare insieme. Sono suggeriti tre irrinunciabili valori, declinazioni dell’unico Vangelo di Cristo, da custodirsi e da promuovere: la famiglia, la vocazione e la vita eterna. Di famiglia si parla molto, ma il diffuso individualismo non favorisce legami indissolubili e scelte di responsabilità verso le persone amate. Di vocazione si parla poco: sembra essere un termine per pochi, i quali - raggiunti da una chiamata’ - fanno scelte di vita singolari che oggi non godono di grande favore. Ma il Vescovo insiste che “si ritorni con una certa insistenza anche su questo tema, perché ai giovani sia offerta una parola che semini
speranza e aiuti a gustare la grazia di essere vivi, liberi, capaci di amare” (p. 51). Infine, vi è un invito a guardare al di là della morte, ad avere il coraggio di vincere la rassegnazione, che consegna tutto e tutti al nulla. L’ultima parola di questo scritto è “letizia”, “gioia”, che ci giunge dalla promessa di Gesù: “Io sono con voi, tutti i giorni …” (Mt. 28, 20). “NON TEMERE”!

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