Passaparola del 15 novembre

Nel sito si possono trovare alcune delle edizioni passate del Passaparola

Imbarazzo Educativo 

Ogni tanto qualche sassolino dalla scarpa è giusto levarselo.

Specialmente se poi non lo si vuole tirare addosso a nessuno, ma metterlo da parte, per poter poi camminare meglio. 

Allora sentite un po’ che scena mi si presenta davanti qualche tempo fa in Oratorio!

Mi avvicino al campo di pallavolo, nel quale perlopiù stazionano bambini piccoli e qualche raro pallavolista per il quale abbiamo montato una rete a regola d’arte: ben tirata, con le bande laterali e tutti gli aggeggi sistemati al meglio possibile.

I bimbi piccoli si appendono in continuazione a questa povera rete, ma stavolta ce n’è uno in particolare… Avrà avuto – a occhio e croce – 5 anni, che si fionda SULLA rete e salendo coi piedi sulla banda inferiore e tenendosi con le mani sulla parte superiore comincia a creare delle oscillazioni tipo sesto grado della scala dei terremoti, quasi fosse all’esame di parkour!

La rete (con lui sopra) si muove paurosamente, attirando altri aspiranti acrobati. Bene. Queste cose le abbiamo fatte tutti (beh non proprio tutti… io credo di sì), ma la cosa sorprendente è la reazione adulta… E vedo il nonno! 

Lo sguardo a metà tra il magnanimo e il profondo, un po’ come il pescatore di De Andrè,  ammira soddisfatto il piccolo semi-dio nel pieno della sua azione.

Mi guarda sornione senza capire, e per un attimo ho pensato che fosse come colto da stupore, ma no… è lucidissimo.

Come lucidissima è la schiera di adulti piazzati sul muretto che osservano i loro piccoli fenomeni senza muovere un dito, qualsiasi cosa facciano, a patto che non incorrano in qualche imprevisto (nel qual caso, il numero dell’avvocato per una bella causa è senz’altro a portata di mano). 

Ma è lo stesso fenomeno che succede quando vedi un bambino al supermercato che apre le confezioni dei dolci e le sgranocchia prima ancora che la mamma le abbia pagate – e va bene così. Oppure quando è normale che i bimbi battano i pugni, urlando contro il portone dell’Oratorio (in orario di chiusura) per affrettare l’apertura, davanti al sorriso sereno delle mamme che pare si siano dimenticate che ai nostri tempi si bussava, o quantomeno si aspettava. E va bene così.

No. Guardate. Dobbiamo salvarli! I piccoli dico! Li dobbiamo salvare!

Chiamiamone più di uno di avvocati e penalisti, per parlare però, non - per l’ennesima volta - dell’inadeguatezza e delle responsabilità altrui, ma della piaga dell’imbarazzo educativo che coglie noi adulti quando siamo incapaci di dire un “no”, o un “basta” o un “così non si fa!”. 

A fronte del sospetto sempre latente nei confronti delle agenzie educative, gli educatori (insegnanti, preti, assistenti sociali, allenatori e chi più ne ha più ne metta) cercano alleati per salvare i piccoli dal nostro adulto imbarazzo.

Se fosse intestinale, basterebbe un confetto. Se è educativo ci vuole un pensiero, e il coraggio di chiedersi qual è il bene che vogliamo per i nostri piccoli e cosa siamo disposti a fare per farglielo sperimentare.

 

don Alessandro


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