Pasqua

La sera del giorno di Pasqua gli Apostoli sono rinchiusi nel Cenacolo, Sanno che il loro Maestro è stato ucciso, e probabilmente ciascuno porta nel suo cuore un senso di colpa per la propria fuga e i propri tradimenti. E’ stato loro annunciato da alcune donne e poi da Pietro e da Giovanni che la tomba di Gesù è stata trovata vuota, ma questa notizia non è bastata a ridare loro il coraggio. Dicono forse: come può essere vero?

E’ proprio quella stessa sera che Gesù, il Risorto, arriva da loro. La prima cosa che stupisce in questo incontro è che Gesù non rimprovera nessuno, neppure Pietro, per l’abbandono e il rinnegamento: Gesù annuncia la pace e il perdono, e spezzando il pane con loro celebra la prima Messa di Pasqua.

Quando, ogni domenica, ci riuniamo per la Messa, lo facciamo perché anche noi come gli apostoli siamo nel Cenacolo: siamo consapevoli dei nostri tradimenti verso Gesù, ma sappiamo che Gesù Risorto arriverà in mezzo a noi per rinnovare con noi il suo abbraccio, la sua comunione e per renderci il suo popolo, la sua Chiesa.

Per questo usciamo dalle nostre case per riunirci in chiesa: non per sentire la predica del sacerdote o per scambiare qualche parola o dire qualche preghiera, ma perché attendiamo di incontrare il Risorto!

Per questo possiamo anche dire una parola di elogio a chi ogni domenica alla Messa si fa trovare puntuale, ma pure di gratitudine a quei nostri fratelli e sorelle che in questo tempo di pandemia ci permettono, con il loro servizio puntuale generoso, di ritrovarci in assemblea ordinata, pronti ad accogliere la presenza e i doni di Gesù.

× Attenzione! Testo dell'errore