Lo Spirito e la Vocazione

“Lo Spirito dono di Gesù , il Crocifisso risorto, coinvolge in un ardore che rinnova la vita, che risveglia le energie,  che dilata gli orizzonti. Sentiamo l’urgenza, il bisogno di celebrare la Pentecoste: invochiamo il dono dello Spirito perché ci spinga a uscire dalla chiusura delle nostre paure, delle nostre pigrizie, delle nostre incertezze.  Questi mesi di pandemia ci hanno trattenuto, hanno causato smarrimenti e fragilità, ci hanno messo a confronto con tristezze troppo laceranti, con morti troppo dure, con domande troppo inquietanti. Il superamento dell’epidemia non sarà solo l’esito di un vaccino, ma una guarigione delle ferite più profonde che il contagio ha generato”. Con queste parole il nostro vescovo Mario Delpini apre la sua lettera per il tempo dopo Pentecoste che affronta poi il tema della vocazione, parola che può generare atteggiamenti di difesa, quasi che Dio ci costringa in sentieri privati di libertà. Al contrario la chiamata di Dio a amare come ama Gesù è gioiosa e la risposta del cristiano è frutto dello Spirito. In queste settimane stiamo vivendo in parrocchia il percorso di preparazione al Matrimonio cristiano: la riscoperta della fede che dà forma alle scelte può sostenere la decisione dei futuri sposi a scegliersi per tutta la vita come risposta alla chiamata di Dio all’amore. La novità della “vocazione” sosterrà il loro cammino e farà nascere il desiderio di una vita spesa come servizio.

× Attenzione! Testo dell'errore