ADULTI E BAMBINI: STESSE DOMANDE, DIVERSE RISPOSTE

La riflessione di don Ronel per questi momenti complicati - Parte I


Cari ragazzi,

in questo tempo in cui non possiamo celebrare le Messe e io non posso fare le prediche domenicali, mi chiedo: chissà quante domande avranno i ragazzi, quei ragazzi che quando faccio di solito la predica in Chiesa alzano sempre la mano per porre una domanda o per fare un’osservazione. Mi mancano le vostre domande!

Allora ho pensato di scrivervi un pensiero, usando un po’ la fantasia... Ho immaginato di essere in chiesa, con voi lì davanti a me, con le mani alzate, pronti per rivolgermi le vostre domande: ma cosa sta succedendo? Perché stanno morendo così tante persone? Perché hanno chiuso le scuole per così tanto tempo? Non sono le vacanze...

In effetti le settimane che stiamo vivendo sono proprio strane! Stiamo facendo cose che non avremmo mai pensato di fare! Sembra quasi di essere dentro un videogioco. Sì, un videogioco in cui tutti i personaggi sono chiamati ad affrontare insieme un nemico comune. Ma questo nemico non è come tutti gli altri. Questo è un nemico INVISIBILE! Entra nelle città, si nasconde, sfrutta le persone per potersi diffondere. E’ un nemico insidioso, verso cui bisogna fare molta attenzione. E’ il re dei nemici (forse per questo lo hanno chiamato Corona?).

La cosa difficile di questo gioco è che per poterlo affrontare non servono armi particolari: bombe, pistole, cannoni... tutto sarebbe inutile verso il Corona. Una cosa sola sembra funzionare: lo stare fermi, ciascuno nella propria casa. Davvero strano... la domanda qui non è “che cosa devo fare?” ma è CHE COSA NON DEVO FARE?

E’ un nemico insolito e per poterlo sconfiggere occorre davvero la collaborazione di tutti. E mentre si sta in casa, perché questa è la strategia, cosa si fa? Come possiamo utilizzare il nostro tempo? Cosa possiamo chiedere a Dio, che sempre ci ascolta?

Cari genitori, in questo tempo le domande non vengono solo dai ragazzi ma ciascuno di noi ha mille dubbi e perplessità nel cuore. Anzitutto la novità di questa situazione ci spiazza. E’ una cosa inedita, a cui non siamo stati abituati e sappiamo che l’uomo ha bisogno di un po’ di tempo per prendere le misure. Novità non significa però che dobbiamo rimanere paralizzati, bloccati di fronte ad essa. Abbiamo anzitutto una responsabilità nei confronti dei più piccoli, che guardano a noi per capire come potersi comportare, per capire se c’è speranza. Dobbiamo essere, per loro, portatori di speranza!

Avvertiamo anche un senso di impotenza. Davanti a questo virus non possiamo fare nulla. Certo, possiamo e dobbiamo adottare comportamenti preventivi, ma non abbiamo nessuno strumento per contrastarlo. Avvertiamo tutto il limite e la fragilità dell’uomo...
In un contesto postmoderno, in cui scienza e tecnica sono -grazie al cielo- avanzate, comunque non troviamo una risposta.

Che valore ha la vita? Nelle mani di chi la mettiamo? Quali sono le cose per cui vale la pena spenderla? Sono tutte domande che riemergono prepotentemente in questo tempo.
Infine mi accorgo di un rischio pericolosissimo, che riguarda il modo di vedere l’altro. Da quando la situazione è diventata più pericolosa, tutti siamo diventati potenziali “minacce” per gli altri. Ma stiamo attenti a non cadere nell’inganno demoniaco per eccellenza: la divisione... Ciascuno guarda a se stesso, dimenticandosi degli altri.

Cosa fare dunque? Quali accorgimenti mettere in campo?

La prossima settimana cercherò, insieme con voi, di trovare qualche risposta a questi interrogativi. Dal seminario vi ricordo e prego per voi!

don Ronel

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